Questa basilica collegiata, situata in piazza Guglielmo Marconi, appartiene alla diocesi di Chiavari e ostenta il rango di basilica minore dal 1921, anno in cui il Papa Benedetto XV glielo ottorgò.
Ci sono citazioni su una torre di segnalazione per naviganti e marinai nel luogo dove sorge la basilica già dal V secolo, al fianco di questa fu eretta la prima chiesa con campanile a levante e tre navate interne. Ancora oggi si vedono tracce di questa prima costruzione nell’attuale canonica, specialmente gli archi ed i pilastri formanti il vecchio coro.
Dal VIII secolo, e grazie ai monaci dell’Ordine di San Colombano, la pieve divenne importante sul territorio e aumentò la giurisdizione di controllo su altre cappelle e chiese locali.
Divenuta collegiata dal 1060 e sottoposta alla protezione della Santa Sede accresce la sua importanza ecclesiale dentro all’arcidiocesi di Genova.
L’importante famiglia lavagnese dei Fieschi riteneva la chiesa un punto saldo religioso del loro dominio sul territorio e, per esercitare al meglio il controllo feudale, si costruì vicino un castello che, a seconda degli storici, fu demolito insieme ad una torre di segnalazione in maniera voluta o da soldati genovesi nel 1100 o nel 1200 da Federico II di Svevia per vendetta dopo la scomunica dei Fieschi da parte del Papa Innocenzo IV.
Gli ultimi restauri prima della successiva riedificazione sono del 1611.
La basilica come la possiamo osservare oggi sorge sulle rovine del castello dei Fieschi e la precedente chiesa e fu voluta dalla popolazione e sostenuta dall’arcivescovo di Genova Stefano Durazzo. Il disegno fu opera di Giovanni Battista Ghiso, celebre architetto della Repubblica di Genova, che si ispirò ad un progetto di Gian Lorenzo Bernini.
La prima pietra fu posata il 15 agosto 1650 e i fondi per la costruzione ottenuti grazie ad una tassa sulla vendita di grano imposta da Lavagna. I lavori furono ultimati nel 1668 mentre la consacrazione della Chiesa avvenne solo nel 1703.
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